Stando a dati Istat, oltre il 25% delle famiglie italiane utilizza prevalentemente o unicamente biomasse legnose per il riscaldamento. Considerare legna da ardere e pellet beni di prima necessità sarebbe fonte di ristoro anche per le famiglie della Sardegna.
Stando a dati Istati riferiti all’anno 2013, oltre il 25% delle famiglie italiane impiega per il riscaldamento biomassa legnosa, principalmente legna da ardere e pellet, spesso in modo prevalente o esclusivo. Per questo l’ AIEL-Associazione Italiana Energie Agroforestali in una lettera inviata nei giorni scorsi al premier Giuseppe Conte, ai ministeri dell’Agricoltura e dello Sviluppo economico, alle regioni, all’Uncem e all’Anci, chiede che possano continuare a rifornirsi di pellet, legna da ardere, bricchette e cippato anche in caso di limitazioni all’esercizio delle attività commerciali.
“Alla luce dell’evoluzione epidemiologica che porterà all’emanazione di nuove e ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 – si legge nella lettera a firma del Presidente di AIEL Domenico Brugnoni – richiamiamo l’attenzione sulla necessità di considerare i combustibili legnosi destinati al riscaldamento (pellet, legna da ardere, bricchette e cippato) come beni di prima necessità, la cui rivendita al dettaglio, commercio all’ingrosso e produzione non sia soggetta a limitazioni”.
Il consumo nazionale di combustibili legnosi oscilla stabilmente fra 15 e 20 milioni di tonnellate e interessa trasversalmente tutte le regioni italiane, non solo quelle dell’arco alpino o della dorsale appenninica. Fra le diverse ragioni che conducono le famiglie italiane a riscaldarsi impiegando combustibili legnosi, una delle principali è di natura economica, essendo il riscaldamento una delle maggiori voci di costo del bilancio famigliare.
Il canale di vendita e acquisto al dettaglio rappresenta una prova ulteriore dell’urgenza e della “necessità” di acquistare il combustibile legnoso per riscaldarsi. Infatti, solo coloro che non hanno disponibilità economiche sufficienti ad acquistarlo in anticipo, per far fronte ai consumi dell’intera annata termica, rivolgono la propria referenza all’acquisto di legna e pellet nei supermercati. Usualmente, si tratta delle famiglie meno abbienti.
“Il nostro auspicio – continua la lettera di AIEL – è quindi che, qualora si rendessero necessarie ulteriori misure di limitazione alle attività commerciali e produttive, l’articolato normativo includa i combustibili legnosi fra i beni di prima necessità, la cui rivendita al dettaglio, commercio all’ingrosso e produzione non subiscano limitazioni, in termini temporali (es. fine settimana) e all’interno degli esercizi commerciali comunque aperti, come i supermercati”.
La richiesta di AIEL è stata subito accolta positivamente dalle strutture regionali preposte di Lombardia e Piemonte insieme alla Provincia Autonoma di Trento, oltre ad aver ricevuto l’appoggio di Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani. “L’azione di AIEL è importantissima – afferma Marco Bussone, presidente Uncem – I Comuni e gli Enti montani condividono questa richiesta al Governo, al Parlamento. Occorre ridefinire le norme per evitare limitazioni a danno dei cittadini. E in prospettiva agire sulla fiscalità differenziata per questi beni primari, green. AIEL dimostra ancora una volta la sua lungimiranza per i territori e le comunità”.